Parliamo spesso di karma. A volte con cognizione di causa, più spesso in modo superficiale tanto che ormai tale concetto si presta alle più varie battute: “Sei stato cattivo nella tua vita precedente e oggi ne paghi le conseguenze in questa, a causa del tuo brutto karma (quando non decidiamo di esprime il medesimo concetto in modo più colorito).
Oppure quando si parla di malattie, l’adagio è spesso di questo tipo: “Chissà cos’avrò combinato per meritarmi tutto questo in questa vita, che karma schifoso!”.
Coloro che sono un po’ più addentro alla questione potrebbero aggiungere: “Questo mio problema fisico è legato a una vita passata e sto cercando di risolverlo in questa, sperando di non portarmelo nella prossima, continuando ad appesantire il mio karma.”.
Ragionamenti e frasi ormai di uso comune, che ci è capitato di ascoltare o di fare almeno una volta. Mi piacerebbe in questo breve articolo dare un diverso spunto di riflessione sull’argomento.
Quando affermiamo “In una mia vita precedente…” creiamo, senza probabilmente accorgercene, una separazione tra il noi presente e un noi che sta altrove. Nello specifico ci riferiamo a una vita precedente come se questa fosse “sconnessa” da quella attuale. Certo, probabilmente siete consapevoli del fatto che stiamo parlando sempre di noi stessi in una vita diversa, appunto, ma questo distinzione/separazione apparentemente di poco conto, è invece di primaria importanza.
Creiamo infatti una separazione tra un nostro “prima”, il momento presente e un possibile “dopo”. La mia vita passata, quella attuale e quella futura.
E se invece stessero avvenendo tutte contemporaneamente?
Facciamo un passo indietro. Il nostro Spirito Originario si è polarizzato in questa nostra dimensione così come ha fatto anche in altre realtà in “tempi diversi”. Pensare che la nostra dimensione terrena sia l’unica presente sarebbe molto limitante oltre che miope, ma è certamente vero che noi siamo abituati, almeno per ora, a polarizzarci e a vivere l’esperienza di vita in dimensioni come la nostra, o molto simili. Questo perché l’esperienza del nostro Spirito Originario è appunto di questo tipo. Diciamo che siamo abituati a “muoverci” sul pianeta terra, con un corpo fisico, una miriade di emozioni e una percezione lineare del tempo.
Non si può certamente escludere che un giorno potremmo sperimentare anche piani di realtà diversi, ma è lecito accontentarsi del fatto che, per il momento, è qui che operiamo.
Anche le altre nostre vite dunque operano sul medesimo piano di realtà, sebbene in “tempi” apparentemente diversi.
Proviamo a fare un esempio: Diciamo che io sono vissuto in Cina tremila anni fa, ma anche in India nel 1850. Oggi sono qui e quindi, senza scomodare altre possibili esistenze aggiuntive che pur sono sicuramente parte di me, possiamo affermare per questo nostro ragionamento, che io abbia un “background” di tre esistenze.
Immaginiamo ora che in questa vita io abbia dei problemi ai reni, magari soffro di calcoli renali o magari ho perso un rene a causa di un incidente o di una malattia. Supponiamo infine che, per tutta una serie di ragioni, riesca a stabilire che questo problema renale ha effettivamente origini più lontane, che magari proviene proprio dalla mia vita in India. Quindi cosa posso fare?
Beh, cominciamo con il tralasciare qualunque valutazione meritoria sul perché io abbia questo problema (del tipo: ho piantato una freccia nella schiena del mio nemico, gli ho perforato un rene causandone la morte e oggi pago questa mia colpa). Sebbene infatti alcune considerazioni di questo tipo potrebbero essere valide e magari anche illuminanti, mi interessa di più fare un ragionamento diverso.
Supponiamo che il mio problema ai reni sia stato causato da un momento di paura o di vero e proprio terrore/preoccupazione che ho provato in India quando hanno tentato di uccidermi, di violentarmi, di rapirmi o chissà cosa. Per una serie di ragioni questo episodio si è “scaricato” energicamente nei miei reni, danneggiandoli. E si manifesta anche oggi, in questa mia vita attuale.
E quindi?
Quindi possiamo provare a vederla da questa prospettiva: Se io oggi riesco a dissolvere questo squilibrio energetico (che ha causato lo squilibrio energetico nei reni dovuto alla paura) riuscirò non solo a migliorare la mia condizione fisica (e non solo, ovviamente) oggi (se non a guarirla del tutto), ma anche la mia condizione fisico/emotiva nel 1850.
Lo stesso vale al contrario. Io sono sempre nel 1850 e sto cercando di risolvere le mie questioni anche in quell’epoca. Quello che “migliorerò” nel 1850 si rifletterà anche qui e ora. Quello che risolverò qui e ora si ripercuoterà anche nella mia realtà del 1850, di fatto cambiando me stesso.
Questo esempio mi permette di sottolineare che indipendentemente da quello che deve essere risolto o meno, da quello che ci crea problemi o meno in questa esistenza o in altre, tutto è strettamente connesso. Tutte le nostre esistenze, contemporaneamente, nutrono l’esperienza acquisita del nostro Spirito Originario.
Siamo qui a fare esperienza, abbiamo scelto noi di venire qui e di trovarci in molte delle situazioni che stiamo sperimentando. Lo abbiamo fatto con uno scopo, anche se spesso non ne siamo consapevoli.
Il nostro Spirito Originario acquisisce esperienza per sé e per il Tao di cui è parte. Quando avrà completato i compiti che si è prefisso di portare a termine in questa dimensione, passerà ad altre e continuerà le sue esperienza. Non c’è nascita e non c’è morte. Ora sostituite “Spirito Originario” con “Io” e rileggete la frase precedente.
Noi siamo il nostro spirito originario ovviamente, o almeno una sua parte polarizzata nella materia. Il dialogo è spesso difficoltoso perché nel nostro Cielo Posteriore siamo governati dalla polarità (di yin e yang) e ci sembra che le cose accadano indipendentemente dal nostro volere. Raramente è così.
La meditazione ci insegna ad ascoltare e a purificare il corpo fisico. Nel corpo fisico svolgiamo poi quel processo alchemico attraverso il quale torniamo a dialogare con il Cielo Anteriore. Dove la polarità è quasi assente e dove dialogare con le parti più profonde di noi stessi è molto più facile.
Il karma non rappresenta dunque una vita che si sussegue dopo l’altra, ma l’insieme delle nostre esperienze che accadono nello stesso momento e che ci raccontano chi siamo davvero e cosa siamo venuti a fare.