Come detto, nell’ambito della coltivazione del sé, troviamo diverse discipline e tradizioni. Quando parliamo di meditazione, ci imbattiamo subito in una miriade di tecniche, scuole e maestri.
Se ci prendiamo la briga di analizzare un po’ le varie tecniche più “moderne” come ad esempio la Mindfulness che va tanto di moda negli ultimi tempi, o anche più antiche e tradizionali come la meditazione buddhista, la meditazione Zen e anche altre, ci accorgiamo che hanno molti aspetti in comune con la pratica taoista.
L’aspetto più interessante è forse proprio quello che, in un modo o nell’altro, il praticante è sempre alla ricerca di una maggiore consapevolezza di quello che accade durante la pratica, di una migliore capacità di rimanere focalizzato sul momento presente e non perdersi continuamente nel flusso dei suoi pensieri.
Come abbiamo avuto modo di evidenziare in altre occasioni, meditare non è difficile. A patto che la smettiamo di sforzarci di visualizzare, auto-convincerci e pilotare la nostra esperienza meditativa seguendo schemi fissi, rigidi e/o forzati. Un approccio che non solo non ci permetterà di meditare in modo corretto, ma ci porterà ad ulteriori sforzi, a un dispendio di energia e a un’attività mentale persino più intensa di quella dalla quale cercavamo di distoglierci. Tutte le tecniche più “moderne” hanno pescato nelle tradizioni del passato con la pretesa di adeguare tradizioni millenarie ai nostri tanto amati “tempi moderni”.
Ma siamo sicuri che si tratti di una strategia valida?
Tecniche che hanno funzionato per migliaia di anni (e se decidessimo di affrontare l’argomento “tempo” scopriremmo altre innumerevoli sfumature interessanti) senza bisogno di essere migliorate e modernizzate.
Non sarà forse perché sono tecniche che vanno già benone così, che fanno già parte di noi, sempre accessibili proprio dentro di noi, ma che ci paiono difficili solo perché le abbiamo un po’ dimenticate o perché ce le stanno insegnando nel modo sbagliato?
L’approccio taoista prevedere poche e semplici tecniche per imparare ad ascoltare. Quando avremo imparato ad ascoltare e a riconoscere quello che accade nella nostra pratica, scopriremo che possiamo fare tante altre cose utili per mantenere il nostro benessere fisico, psichico ed emotivo.
Nello specifico, senza pretendere di offrire una spiegazione più dettagliata (e rimandando il lettore ai numerosi contenuti audio/video gratuiti per sperimentare direttamente quello che intendiamo, cliccando qui sotto) la Meditazione Taoista ha uno scopo molto semplice: dare tempo al praticante di immergersi nel silenzio e osservare. Lasciare che il flusso di pensieri si plachi, che la mente si rigeneri nel silenzio.
In seguito sarà possibile osservare più profondamente e cogliere le innumerevoli meraviglie che il nostro Spirito Originario (consulta il corso sulla Cosmologia Taoista per approfondire) ci sussurrerà nell’orecchio.